La strumentalizzazione della cronaca nell’era dei social: il caso #Bibbiano
Dopo la sentenza della Cassazione sul Sindaco Carletti, riesplode la polemica. Sardine e Lega vogliono la stessa piazza, centro-destra dominante, ma anche tanto disappunto per l’uso strumentale della discussione.
Bibbiano: il 90% delle conversazioni è targato Lega e FdI
Le elezioni regionali in Emilia-Romagna si avvicinano e Bibbiano, piccolo paesino della Val d’Enza, è diventato il centro della discussione politica italiana e della disputa finale prima del voto del 26 gennaio.
Proprio a Bibbiano la Lega vorrebbe organizzare il comizio di chiusura della campagna elettorale, ma la piazza è già stata prenotata dalle Sardine per la stessa data: disputa in corso, deciderà la prefettura, ma sui social polemiche e critiche non accennano a ridursi. Anzi, negli ultimi giorni le discussioni sono riprese, in seguito alle motivazioni della sentenza della Corte di Cassazione che ha stabilito non ci siano elementi per imporre la misura coercitiva dell’obbligo di dimora nei confronti del sindaco dem di Bibbiano, Andrea Carletti, nell’ambito delle indagini per abuso d’ufficio e falso ideologico sui presunti affidi illeciti.
Ancora una volta su un tema caratterizzato da accuse molto gravi, è la Lega a dettare l’agenda delle conversazioni: i quotidiani rilanci di post e attacchi sul caso oggetto dell’’indagine attualmente in corso, hanno determinato grandi volumi di commenti e condivisioni degli utenti.
Come si evince chiaramente dal grafico negli ultimi 15 giorni la discussione è stata mantenuta attiva solo dal partito di Matteo Salvini, attorno al quale si sono aggregati i post e le condivisioni dell’audience. Soltanto dal 16 gennaio altre forze politiche (Italia Viva, poi PD e Fratelli d’Italia) hanno cercato di bilanciare i punti vista sulla discussione.

Complessivamente su Bibbiano la Lega ha letteralmente monopolizzato l’attenzione pubblicando l’82% dei contenuti ai quali si aggiunge il 9% di Fratelli d’Italia: lo schieramento del centro-destra è autore del 90% dei post.
Matteo Renzi con un post su Facebook ha tentato di riorientare l’attenzione dell’audience un paio di giorni fa: “La Cassazione spiega che l’arresto del sindaco di Bibbiano era infondato. Ci sarà oggi qualche coraggioso grillino o leghista pronto a scusarsi per lo squallido sciacallaggio?”. Troppo poco, dal punto di vista della comunicazione politica, per bilanciare gli attivissimi account dei partiti di centro-destra.
Bibbiano, discussione strumentale di lotta politica
Che Bibbiano sia diventato il campo di battaglia per la contesa del governo dell’Emilia-Romagna, lo confermano i politici più menzionati: Salvini, Bergonzoni e Bonaccini, tutte personalità non direttamente coinvolti nei fatti oggetto di indagine, ma protagonisti della campagna elettorale e quindi delle conversazioni degli elettori.
Tra gli hashtag più utilizzati troviamo #Bibbiano #Cassazione e il sempre presente, ormai da mesi, #parlatecidiBibbiano.
Su Twitter con l’avvicinarsi del voto le conversazioni sono rimaste complessivamente costanti, toccando un grosso picco dal 14 gennaio, giorno nel quale sono state condivise le motivazione della sentenza della Cassazione sul Sindaco: in totale 22mila tweet e oltre 80mila condivisioni, sentiment nettamente negativa all’83% con una diffusa ostilità verso il Partito Democratico. Prevalenza maschile tra gli autori dei contenuti (67%).


Stringendo il focus sui singoli leader quando si parla di Bibbiano Salvini incassa oltre il 50% dell’apprezzamento, lo segue l’account della Lega col 13% delle condivisioni degli utenti. I due profili (leader e partito) lavorano in stretta sinergia rilanciando i contenuti e riproponendo i messaggi. Salvini contro il PD ma anche con i mezzi di informazione colpevoli, a suo dire, di “silenzio” sul caso.

Solo Matteo Renzi produce volumi di condivisioni apprezzabili (10%) utilizzando Bibbiano per attaccare il Movimento 5 Stelle su Etruria, mentre Carlo Calenda utilizza la discussione su Bibbiano per criticare l’alleanza di Governo tra PD e M5S.
Bibbiano diventa così un tema strumentale alla lotta politica, agganciando diversi topics di discussioni molto forti da diversi mesi.

A cura di:
Massimo Fellini, Marco Mazza, Gaetano Masi.